Qualche giorno fa in occasione della Giornata mondiale delle Api il Comune di Bagno a Ripoli (FI), aderente alla Rete dei Comuni Sostenibili, ha inaugurato un progetto di apicoltura urbana. Parchi e giardini pubblici daranno una nuova casa alle api e ai loro alveari. Al taglio del nastro dell’iniziativa, senza dubbio una buona pratica, hanno partecipato il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, e l’Assessore all’Ambiente, Enrico Minelli. Presenti i bambini della IV A della scuola primaria Marconi di Grassina. È il primo tassello del progetto di apicoltura urbana, scrive l’ufficio stampa del Comune, per promuovere tra la popolazione e i bambini delle scuole la conoscenza di queste piccole creature fondamentali per l’ecosistema.
L’iniziativa è tra le prime nel suo genere nell’area fiorentina realizzata in collaborazione con l’Associazione regionale dei produttori apistici (Arpat) e con il supporto degli apicoltori locali che da qui in avanti gestiranno l’alveare, con tanto di produzione del “miele di Bagno a Ripoli”. L’alveare “a cielo aperto” è stato collocato in prossimità della pista ciclabile, in una posizione compatibile con l’attività del giardino e in assoluta sicurezza. La struttura è predisposta per ospitare due arnie, garantendo il passaggio di aria e luce per il massimo benessere delle api. Ogni arnia, a seconda della stagione, potrà ospitare al suo interno dalle 60mila alle 80mila api.
Le api giocano un ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile. Sapete quali obiettivi di Agenda2030 contribuiscono a raggiungere?
Aiutare a mantenere la biodiversità degli ecosistemi (Obiettivo 15);
Sconfiggere la fame nel mondo (Obiettivo 2) quasi tre quarti delle specie di colture agrarie mondiali dipendono dal lavoro che svolgono le api e gli insetti impollinatori e, quindi, un ruolo essenziale nel nutrire la popolazione mondiale in modo sostenibile;
Contribuiscono a creare mezzi di sussistenza resilienti e nuovi posti di lavoro, soddisfacendo la crescente domanda di alimenti sani e nutrienti (Obiettivi 1 e 9);
Un miglioramento delle condizioni di salute degli impollinatori si riflette anche nella salute delle persone e nelle produzioni responsabili (Obiettivi 3 e 13). Purtroppo oggi assistiamo a un brutto calo del numero di impollinatori causato dalle pratiche agricole intensive, dai cambiamenti nell’uso del suolo, dall’uso di pesticidi e da eventi meteorologici estremi;
Una migliore impollinazione ha il potenziale di aumentare del 25% il rendimento delle colture (obiettivo 8 ).