05 Lug Ecoforum. Criteri green e Pa: a rispettarli nelle gare è solo il 53% dei Comuni secondo l’Osservatorio Appalti Verdi
Solo il 53% dei Comuni riesce ad applicare in modo accurato le politiche green e a rispettare i Criteri Ambientali Minimi nelle gare di appalto. È questo l’indice medio delle performance ambientali nelle stazioni appaltanti locali, misurato sui bandi pubblici pubblicati nel 2023. Una performance che migliora fino al 77% negli enti locali dei capoluoghi di provincia, mentre scende al 52% nei non capoluoghi.
I dati sono stati presentati oggi dall’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente e Fondazione Ecosistemi nell’ambito dell’Ecoforum nazionale sull’economia circolare. Il rapporto, alla sua settima edizione, scatta una fotografia sull’andamento dell’applicazione del Green public procurement (Gpp) e dei Criteri ambientali minimi (Cam) nelle gare di appalto. L’obiettivo è raccontare come l’Italia stia affrontando la sfida della sostenibilità che passa anche dagli acquisti promossi dalle amministrazioni pubbliche e dall’applicazione dei Cam.
La prima parte del rapporto era stata presentata a maggio al Forum Compraverde e rigurda le performance di quattro stazioni appaltanti in particolare: le centrali di committenza regionali, gli enti gestori di aree protette, le aziende sanitarie locali ed un primo campione dei comuni metropolitani.
In questa seconda parte, l’Osservatorio organizza in un indice medio di performance le risposte di un campione di 800 Comuni (747 non capoluogo e 53 capoluoghi di provincia) al questionario sui bandi emessi lo scorso anno. Mentre le amministrazioni centrali – anche sotto la spinta di Consip, la centrale acquisti nazionale, e di altri soggetti aggregatori su base regionale – sostengono già da anni programmi di Gpp su larga scala, a livello locale gli enti locali ancora faticano ad integrare considerazioni di carattere ambientale nelle procedure pubbliche di acquisto.
L’86% degli intervistati dichiara di conoscere lo strumento dell’appalto verde e il 60,5% promuove l’adozione di gare plastic free; ma solo l’11,5% ritiene prioritario perseguire il monitoraggio degli “acquisti verdi” e solo il 43% intende investire in formazione in questo ambito.
I Criteri Ambientali Minimi – 16 in tutto quelli presi in esame nel rapporto – traducono in concreto, all’interno dei bandi, il Piano d’Azione per la sostenibilità dei consumi degli enti locali. Dal rapporto emerge che i Cam sono stati usati nelle gare d’appalto e correttamente applicati nel 66% dei casi (482 casi su 727 analizzati); nel 7% non sono stati applicati, nonostante siano stati fatti bandi che avrebbero dovuto prevederli; nel restante 27% il Cam «non è stato sempre applicato».
Per la Rete dei Comuni Sostenibili è intervenuto il direttore generale Giovanni Gostoli: “I Criteri Minimi Ambientali (CAM) nei bandi dei Comuni sono strumento fondamentale per indirizzare la spesa pubblica verso la sostenibilità e la transizione energetica e incidono su tutta la filiera. Dalla carta per gli uffici all’edilizia nelle opere pubbliche. Dall’illuminazione pubblica all’organizzazione degli eventi. Dai rifiuti al verde pubblico. Pulizia e sanificazione, servizi energetici per gli edifici, ristorazione. E così via. Come Rete dei Comuni Sostenibili abbiamo introdotto nel Rapporto di Sostenibilità dei Comuni con un nuovo indicatore di tipo qualitativo la figura del Responsabile comunale CAM. È una scelta strategica per cambiare passo e coordinare tutti gli uffici. Sui responsabili attiveremo dei percorsi di formazione, condivideremo buona pratiche, con il prezioso contributo della Fondazione Ecosistemi e Leganet.”