22 Gen Si apre l’anno di Pesaro Capitale Italiana della Cultura. Mattarella: “La cultura è un lievito che può rigenerare la Pace”
Al via l’anno straordinario della Capitale italiana della cultura di Pesaro 2024. Sabato mattina si è svolta la cerimonia inaugurale, una grande festa popolare della città, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha riempito la Vitrifrigo Arena come una rockstar. Ottomila presenti, tra pesaresi e “cittadini temporanei”, duemila studenti da 15 istituti della provincia, circa trecento VolontarX, oltre duecento giornalisti accreditati dall’Italia e dall’estero. Una diretta televisiva su Rai3 e RaiNews24 che ha diffuso le immagini di Pesaro 2024 in migliaia di case in tutto il mondo. Poi le bande della provincia, con 120 rappresentanti, che hanno intrattenuto il pubblico prima dell’inizio ufficiale.
La mattinata, condotta da Paolo Bonolis, si è aperta e chiusa con l’Orchestra Olimpia di Pesaro, formazione tutta al femminile, nata nel 2018 da un’idea di Roberta Pandolfi e Francesca Perrotta, con l’Inno d’Italia, l’Inno europeo, e l’Ouverture di G. Rossini La Gazza ladra. Poi il suggestivo e intenso contributo di Mariangela Gualtieri, poetessa tra le più sensibili e apprezzate della scena contemporanea, che sul palco della Vitrifrigo Arena ha recitato la sua “Esortazione urbana e planetare”, riflessione potente e luminosa su presente e futuro, nata su invito del Comune di Bologna nel progetto “Discorso d’artista” per il Capodanno 2024 e ora riadattata per Pesaro 2024. Versi in perfetta sintonia con il concept ‘La natura della cultura’, dove si esorta l’umanità a frequentare ‘la scuola superiore dei fiori, degli alberi sapienti’, ‘a guardare più spesso il cielo’ e a ‘sentire che c’è… un bene comune generale’, con l’augurio che… tutte le mani di questa città facciano al meglio le cose.’ E la video performance con il pubblico: “The Human Cell ATLAS ” a cura di Ouchhh in collaborazione con il CERN di Ginevra. Nata per creare un autoritratto artistico dell’umanità con l’intelligenza artificiale e i big data, il progetto ha riunito una comunità internazionale di biologi, clinici, tecnologi, fisici, scienziati computazionali, ingegneri del software e matematici. Questa comunità di scienziati con competenze diverse ha condiviso l’obiettivo comune di creare una mappa di riferimento completa di tutte le cellule umane come base per la comprensione della salute umana e per la diagnosi, il monitoraggio e il trattamento delle malattie. Un esempio di sviluppo del tema del dossier di Pesaro 2024, la natura della cultura, relazione tra arte, natura e tecnologia.
GLI INTERVENTI
L’intervento del sindaco di Pesaro Matteo Ricci: “Una giornata storica per Pesaro e per le Marche. Le 8mila persone presenti sugli spalti della Vitrifrigo Arena sono la dimostrazione che tutti vogliono essere parte di questa grande sfida e dell’orgoglio locale. Presidente Mattarella, questo è un grande omaggio a lei, alla sua presenza qui. È un faro e un simbolo di unità nazionale.
La Capitale italiana della cultura nasce dieci anni fa, quando abbiamo proposto ai pesaresi un patto per uscire dalla grave crisi economica che aveva colpito il nostro territorio, attraverso un modello di sviluppo diverso, incentrato sulla manifattura, ma anche sulla bellezza, cultura e turismo. Se oggi siamo qui è perché dieci anni fa ci siamo stretti la mano e abbiamo portato avanti questo patto con determinazione. Nel 2024 racconteremo la natura della cultura, perché viviamo in un’era in cui dobbiamo tenere legata la sfida culturale con quella della sostenibilità per salvare il pianeta. Lo racconteremo attraverso le nostre peculiarità, i nostri progetti, il nostro paesaggio, ma anche attraverso la sfida tecnologica dell’intelligenza artificiale che apre grandi opportunità. Nel 2024 rilanceremo la cultura della pace. La guerra è intorno a noi, e non possiamo rassegnarci ad essa. Per questo abbiamo scelto come simbolo della Capitale italiana della cultura una foglia di gingko biloba (albero sopravvissuto alla bomba di Hiroshima), e dedicato la vittoria a Kharkiv, come noi Città creativa della Musica UNESCO, che è sotto le bombe russe. A Kharkiv aggiungiamo la città di Rafah (Striscia di Gaza) gemellata con Pesaro, nella quale stanno avvenendo cose atroci. Valorizzeremo la cultura europea: perché, come ci insegna il presidente Mattarella, l’Europa è un progetto di pace, nato dopo secoli nei quali i popoli europei si sono fatti la guerra. Non saremo sovrani e protagonisti del mondo, se l’Europa non si farà strada. La bellezza può essere per l’Europa e per il mondo un motore di sviluppo. Non riusciremo più a competere nel mondo sulla quantità della crescita, ma abbiamo la grande possibilità di diventare leader per la qualità, se abbineremo la crescita ad altri indicatori come la qualità ambientale, aspettativa di vita, la riduzione delle disuguaglianze, livello di istruzione e bellezza. Nel 2024 racconteremo la cultura della nostra terra, che è una cultura del lavoro e del fare, della fatica, dell’intraprendenza, del genio dei nostri imprenditori, della solidarietà, del volontariato. Tutto ciò lo faremo con i sindaci della provincia di Pesaro e Urbino e con i sindaci delle città che, come noi, hanno deciso di investire sulla bellezza mettendosi a disposizione del Paese per renderlo più competitivo. Di fronte a noi abbiamo una sfida nazionale, e a Pesaro illustreremo la bellezza della provincia italiana. Spesso dico che dobbiamo essere orgogliosamente gente di provincia, perché per arrivare camminiamo più degli altri, stando con i piedi per terra. Ma non dobbiamo essere provinciali, perché dobbiamo volare alto. L’Italia avrà futuro solo se svilupperà un modello policentrico, va ricucita e non differenziata. Per un anno avremo i riflettori accesi, mostriamo la nostra bellezza, cambiamo il futuro della nostra terra per le nuove generazioni, andiamo a dimostrare che siamo una delle province e regioni migliori del Paese. Viva Pesaro2024, viva l’Italia”.
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: “Ripartendo dal legame tra l’uomo e la natura, oggi così come è avvenuto nel corso della storia, le Marche, con Pesaro capofila, riscoprono e rilanciano il proprio valore, che deve rappresentare per i marchigiani una nuova leva e per i visitatori uno stimolo ulteriore a conoscere e innamorarsi della nostra terra. Tutte le Marche dunque – ha aggiunto – possono riconoscersi in questa importante attestazione per la quale mi sento di ringraziare l’amministrazione comunale, l’intera provincia e tutte le maestranze e i volontari. La Regione è al vostro fianco e vi sostiene in questo percorso, con la certezza che sarà un anno straordinario per Pesaro e per tutte le Marche. La Capitale italiana della cultura, un riconoscimento per la prima volta nelle Marche, ci rende particolarmente fieri e orgogliosi. Le Marche sono territorio che, da sempre, ha declinato la cultura sotto molteplici espressioni. Siamo nella terra di Gioachino Rossini, ma anche di Raffaello Sanzio, di Donato Bramante, di Federico da Montefeltro. Personaggi illustri che, nel corso dei secoli, hanno contribuito ad accrescere il patrimonio nazionale ed internazionale, influenzandone i rispettivi ambiti, lasciando in eredità grandi opere e una profonda ricchezza. Le Marche sono terra di cultura. Uscendo dalle terre pesaresi, non possiamo non ricordare l’opera immensa di Giacomo Leopardi, il contributo artistico di Gentile da Fabriano, dei De Magistris, ma anche l’ingegno di chi scelse di lasciarsi ispirare dalle Marche, come Lorenzo Lotto o Carlo Crivelli. Tante altre figure hanno contribuito alla vivacità culturale dei nostri territori, lasciando segni tangibili che vengono esaltati e valorizzati dalle comunità e riconosciuti in tutto il mondo: come, per citarne solo alcuni, Maria Montessori, Nazareno Strampelli, Enrico Mattei. Cultura, o meglio, culture. Sapienze, innovazioni, rivoluzioni”.
Il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini: “Eccoci, ci siamo. Ci siamo con l’orgoglio signor Presidente, di avere raccolto oggi qua attorno a Lei una intera comunità cittadina, provinciale e regionale per manifestarle il nostro affetto e il nostro orgoglio di essere chiamati per un anno a rappresentare da Capitale, un’idea contemporanea e nuova di cultura in Italia, già culla di culture millenarie. L’orgoglio delle centinaia di volontarie e volontari, tanti in servizio già da oggi, che saranno l’immagine più autentica di accoglienza e di efficienza e nel cui entusiasmo dobbiamo tutti saperci rispecchiare.
L’orgoglio e la felicità oggi di migliaia di lavoratori della cultura, che abbiamo visto a terra assieme al resto del Paese nei mesi tragici della pandemia, i mesi in cui – pensando a loro – il tema della nostra candidatura ha preso corpo. Andare alla ‘Natura della cultura’ per non accontentarci del patrimonio artistico e del paesaggio – pur imprescindibili – e della retorica ritrita della cultura come petrolio della Nazione. Andare alla ‘Natura della cultura’ per unire sempre il patrimonio a vera sostenibilità e a vera sapienza tecnica e tecnologica, cercando quello che ancora non c’è. Pesaro arriva, signor Ministro, all’appuntamento di Capitale italiana della cultura forte di un percorso di anni di programmazione e di crescita delle proprie infrastrutture culturali materiali e immateriali. Il percorso di consapevolezza, che dall’eredità di Rossini che lasciò tutto il suo patrimonio a Pesaro perché i giovani potessero apprendere l’arte della musica, ha generato negli anni uno dei Conservatori più riconosciuti a livello internazionale, l’accurata gestione della Fondazione Rossini e un festival d’opera (Rossini Opera Festival, ndr) tra i più importanti al mondo, fino al riconoscimento per noi fondamentale di Città creativa della Musica UNESCO, network mondiale all’interno del quale svolgiamo oggi un ruolo da protagonisti a soli 6 anni dalla designazione. La rete museale si è notevolmente arricchita e diversificata fino a raccogliere in un vero e proprio museo della città diffuso tutta la propria storia, dalla civiltà picena, allo splendore romano di Pisaurum Felix al Museo Oliveriano e ai mosaici del Duomo, alla meraviglia della Pala di Giovanni Bellini oggi a Palazzo Mosca, al secolo dei Lumi che ha fatto di questa città un crocevia di intellettuali della cui impronta ancora beneficiamo, al novecento, fino al Centro arti visive Pescheria, principale polo del contemporaneo dell’area adriatica, confermato anche dalla presenza sul territorio di numerosi artisti di riconosciuto valore internazionale, alcuni dei quali addirittura in questo 2024 chiamati a sviluppare progetti di comunità nei quartieri, vere cellule della costruzione del programma”.
La lettera della senatrice Liliana Segre: “Signor Sindaco di Pesaro, caro Matteo, vorrei raggiungere te e l’intera comunità pesarese con il pensiero più affettuoso e l’augurio di un anno, il 2024, ricco di opportunità per la Città, da oggi Capitale italiana della cultura. Prima però permettimi di rivolgere un saluto e ringraziamento speciali al nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cui presenza conferma l’alto valore dell’evento. Non è certo la prima volta che svelo i miei sentimenti per una città a cui devo moltissimo a cominciare dall’incontro con mio marito Alfredo. Del resto anche il mio bisnonno materno, Mosè Foligno era pesarese, abitante in via delle Scuole. Il mio è dunque un legame “a doppia elica”, indissolubile. Da quando poi l’Unesco l’ha elevata a capitale globale della cultura, intorno alla figura del grande compositore Gioachino Rossini si è creato una sorta di ecosistema musicale; qui tutto risuona un intreccio speciale di memoria e futuro, luogo dell’anima. Ad maiora città mia. Grazie ancora, auguri. Liliana”.
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “È fondamentale raggiungere l’equilibrio esistenziale tra l’uomo, la natura e le tecnologie: è da questo equilibrio complesso che potrà nascere quel nuovo saper vivere che voi stessi inserite tra le priorità del vostro percorso. Essere Capitale italiana della cultura vi consentirà di riscoprire la vostra identità e rinsaldare il legame comunitario”, ha detto il ministro citando poi Leopardi e la sua lirica All’Italia che “esalta il senso patriottico che trasuda da colonne, mura, archi. L’uomo forma il mondo e lo trasforma nella propria casa e nella dimora identitaria dove ogni monumento e ogni artefatto diventa specchio della comunità e dei luoghi in cui abita. Vi definiscono bene le parole che avete usato per raccontarvi: linea di margine, luogo di soglia tra Adriatico e Appennini, fra nord e sud, luogo dell’identità policentrica e indefinita. Promuovete Pesaro come cerniera tra terre confinanti, luogo di transito dove si integrano culture e si intrecciano sensibilità diverse nella consapevolezza della propria identità che ingloba e che ha piena consapevolezza della propria dimensione specifica, della propria unicità. Una città che coinvolge ed evolve nella sfida delle contaminazioni creative. Un progetto ricco e variegato esteso ai 50 Comuni della provincia: piccole capitali della cultura, ognuna per una settimana, racconta di una città che ha deciso di non chiudersi in un’operazione narcisistica e autoreferenziale, perché consapevole di quanto possa far divenire Pesaro quest’anno il motore di una nuova connessione per i territori della provincia, attraverso il più imponente e funzionale strumento di unione di tutti noi, la cultura. La forza simbolica della cultura è il collante più forte che esista e la capacità di creare un racconto collettivo nel quale Pesaro diviene il cuore pulsante che irrora i territori limitrofi con saperi ed emozioni”.
Il direttore creativo di Pesaro 2024 Agostino Riitano: “Signor Presidente, ho l’onore per la seconda volta, oggi a Pesaro e nel 2022 a Procida, di presentare le riflessioni e il lavoro di centinaia di cittadini che credono, senza indugio, nella cultura come veicolo di pace e strumento imprescindibile per costruire un domani migliore, in un’epoca che vede il dilagare della violenza intorno a noi, tra gli Stati, nella società e nelle relazioni. Il percorso che abbiamo compiuto per poter dare forma, corpo e anima al progetto di Pesaro Capitale italiana della cultura è stato lungo ed inteso. Sin dai primi passi, avevamo una convinzione: creare un progetto necessario al Paese e largamente condiviso. Ed è per questo che da subito abbiamo elaborato un metodo di lavoro proprio, tessuto in modo sartoriale sull’identità, la storia e i desideri della comunità. Il metodo lo abbiamo chiamato “Quartiere dell’immaginario”: un percorso di co-creazione con la partecipazione attiva dei cittadini, affinché la “partecipazione culturale” non si esaurisca nella mera fruizione di un prodotto culturale – spettacolo, concerto, mostra – ma possa essere un’occasione preziosa, di riflessione e creazione collettiva, a partire dagli sguardi e dalle visioni degli abitanti. Abbiamo radunato attorno a queste visioni donne e uomini che ci piace chiamare “Artigiani dell’Immaginario”, persone che non si limitano meramente al fare o al solo immaginare, ma che riescono, con la sapienza dell’artigiano, a “fare bene”, al “fare a regola d’arte” e lo fanno non solo con la dimensione materiale, ma anche con la sfera dell’immaginazione. Sì, quella forza dell’immaginario che oggi rappresenta un importante funzione politica, poiché pone questioni ed apre nuove strade. La questione che abbiamo posto al cento della nostra azione è stata “La natura della Cultura”, che è anche il tema del nostro anno da Capitale. Intendiamo quindi esplorare le relazioni contemporanee fra natura, arte e tecnologia e per farlo abbiamo coinvolto 400 artisti e scienziati da 35 paesi del mondo, consapevoli che nelle relazioni tra questi tre elementi si articolano le principali sfide dell’uomo contemporaneo. La Natura, quindi, ci piace intenderla come una comunità di soggetti con cui interagire per rinnovare le politiche umane in termini di inclusività e aperta a tutto il vivente, abbattendo le disparità sociali, economiche, di genere e le distanze, sia fisiche che culturali. Natura, arte e tecnologia descrivono le tappe di un percorso di elaborazione teorica e invenzione concettuale nel quale auspichiamo che la città arrivi a rinnovare profondamente i termini con cui abitualmente guarda a se stessa e alla propria identità culturale, con l’obbiettivo di voler contribuire a determinare un cambio di prospettiva per vivere le trasformazioni inevitabili che ci attendono. Abbiamo lavorato al programma culturale, suddiviso in 5 sezioni – la natura mobile, ubiqua, imprevedibile, operosa e vivente della cultura – certi che far leva sulla cultura significhi esercitarsi ad ridisegnare il futuro: immaginare la città che non c’è, cercandola nell’intreccio di desideri e saperi della sua comunità; superare le opposizioni fra borgo e metropoli, centro e periferia; costruire un nuovo rapporto con lo spazio fondato su un’idea alternativa di mobilità sostenibile; spostare l’attenzione dalla conservazione all’azione, e mettere memoria e tradizione al servizio del divenire; far fiorire l’innovazione dal saper fare dei cittadini. La più importante eredità che cercheremo di lasciare negli anni a venire con questa programmazione culturale, è un sentimento rinnovato che al ritmo di un crescendo rossiniano, ci accompagni con gioia e speranza verso il futuro. Buona Capitale italiana della cultura a tutti noi”.
Alcuni passaggi dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La Pace è anche un grande tema che riguarda la cultura. La cultura è un lievito che può rigenerare la pace. E con essa i valori umani che le guerre tendono a cancellare, annegandoli nell’odio, nel rancore, nella vendetta, indotti dagli estremismi nazionalistici. In questo momento parlare di cultura, pensare la cultura, trasmettere cultura vuol dire alzare lo sguardo, per un compito di grande portata. Perché la cultura è paziente semina, specialmente nelle nuove generazioni. Perché la cultura è beneficamente contagiosa e permette di riflettere sulla storia per non ricadere negli errori del passato. Permette di ammirare l’arte, la bellezza, l’ingegno, consapevoli che l’estetica non può separarsi da un’etica di rispetto per la persona. Pesaro si è assunta questo compito, proponendo come tema per il suo anno da capitale: “La natura della cultura”. La natura, il suo equilibrio da ricostituire, la riconciliazione con l’ambiente, gravemente violato e sfruttato, sono anch’essi obiettivi urgenti di civiltà e di pace. La distruzione di risorse non può essere gabellata come sviluppo ma va indicata come regressione. La sostenibilità è un nome della pace. Cultura è conoscenza. Ma anche coscienza. Ci vogliono intelligenza e coraggio per battere strade nuove. Pesaro si propone quest’anno di far interagire arte, natura e tecnologia”.
Come dono speciale al Presidente Mattarella il Comune di Pesaro ha consegnato una stampa che riproduce il medaglione con il ritratto di Rossini scolpito nel 1864 da Hyacinte Chevalier su commissione del maresciallo Vaillant, ministro della Casa imperiale e delle Belle Arti in Francia (su proposta del senatore conte De Nieuwerkerke ndr), per essere collocato nel foyer dell’Opéra di Parigi (oggi conservato nel Museo dell’Opéra, ndr). Il valore e la particolarità dell’opera risiedono nel fatto che fu realizzata quando il compositore era ancora in vita, dunque si tratta di un omaggio ad un musicista vivo ma già consacrato alla storia. L’esemplare donato, con figura di 216 x 157mm impressa su foglio di 312 x 252mm ca., è stato stampato presso Bertautdi Parigi. Le lettere: “L’ARTISTE Salon 1865”; “Lemoin”; “Imp. Bertaut, Paris G.ROSSINI”.
Fonte: Ufficio Stampa Comune di Pesaro