02 Dic La Rete dei Comuni Sostenibili per la prima volta nel Rapporto ASviS 2021
La Rete dei Comuni Sostenibili è inclusa tra gli esempi virtuosi di attuazione al livello locale degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) nella seconda edizione del Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis): “I territori e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”.
Nel documento, presentato questa mattina in diretta streaming sul sito istituzionale dell’Alleanza e sulla pagina Facebook, è descritta nello specifico la mission della Rete e le buone pratiche messe in campo per il monitoraggio volontario dell’attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 e delle linee guida del Benessere Equo e Sostenibile al livello locale.
“Un riconoscimento importante sia per il lavoro che stiamo portando avanti, sia per gli stessi territori e Comuni della Rete che si stanno impegnando per realizzare un nuovo modello di sviluppo in Italia, un’economia sostenibile e una società equa”. È il commento a caldo del presidente della Rete dei Comuni Sostenibili, Valerio Lucciarini De Vincenzi, il quale ha ricordato che il sostegno ai Comuni della Rete in questa “importante partita” è garantita anche attraverso l’attività di monitoraggio e di misurazione delle politiche locali secondo i target dell’Agenda 2030 e di supporto, anche materiale, ai Comuni nella progettazione europea in tema di politiche di sostenibilità.
Come è specificato dall’Asvis nel Rapporto, il progetto della Rete dei Comuni Sostenibili si inserisce fra le azioni di attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) in corso di aggiornamento, anche alla luce delle esigenze di implementazione del programma Next Generation EU nelle sue articolazioni attuative.
Nello specifico, il progetto viene incluso nell’ambito delle «Metriche e misurazioni a supporto del monitoraggio degli obiettivi nazionali di sviluppo sostenibile», servizio finalizzato a realizzare la ‘necessaria territorializzazione comunale’ degli indicatori per lo Sviluppo sostenibile.
Tuttavia, secondo i dati emersi dalla presentazione della seconda edizione del Rapporto Asvis, le notizie non sono delle migliori: a dieci anni dalla scadenza fissata per il raggiungimento dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia è decisamente in ritardo. Tra i punti più dolenti vi è l’efficienza energetica, con oltre il 95% delle Regioni e delle Province autonome con andamento negativo, e l’ambiente: nessuna è in linea con il raggiungimento del target sulle aree marine protette. Circa il 50% è molto indietro per quanto riguarda la riduzione degli incidenti stradali e delle disuguaglianze nel reddito; il 60% non raggiungerà i target su rinnovabili, incremento del tasso di occupazione, aumento della spesa per ricerca e sviluppo, riduzione dei rifiuti prodotti. Più dell’80% dei territori si allontana dagli obiettivi di efficienza delle reti idriche, riduzione della quota dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET) e riduzione delle emissioni di gas serra.
Qualcosa si sta muovendo, però, relativamente all’andamento delle coltivazioni biologiche (oltre l’80% ha già raggiunto il target o mostra trend positivi), sulla riduzione dei tempi della giustizia (più del 60%), la diminuzione della mortalità per malattie non trasmissibili e dell’abbandono scolastico sfiora il 50%.