13 Gen Le Agende locali 2030 e il BES per programmare e fare politiche per obiettivi misurabili
L’esigenza dalla quale siamo partiti è evidente quanto semplice: evolvere dalla sensibilizzazione, da una consapevolezza nuova e forte dei sindaci e degli amministratori locali, alla definizione d’impegni mirati, alla misurazione del raggiungimento di obiettivi e allo scambio virtuoso d’esperienze. Il progetto «Rete dei Comuni Sostenibili», che sarà presentato a Roma il prossimo 14 gennaio, nasce per questo.
In Italia, dal 2017, sono stati definiti gli indicatori di Benessere equo e sostenibile (BES), che orientano la programmazione nazionale, mentre dal 2015 l’Assemblea generale dell’Onu aveva approvato i Sustainable Development Goals (SGDs), gli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, che formano dunque l’Agenda 2030.
L’ASviS, alleanza di cui ALI fa parte, ha fatto in pochi anni un validissimo lavoro d’informazione, di sensibilizzazione e di formazione, per l’attuazione nel nostro paese dell’Agenda 2030. Rivolto anche alle città, ai comuni, a tutti gli enti territoriali. È di questi giorni la presentazione del primo rapporto «I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile». Proprio i comuni devono assolvere a tutte le funzioni che possono tradurre in azioni e realizzazioni gli obiettivi dell’Agenda che riguardano le politiche territoriali.
La misurazione delle realizzazioni rispetto ai 17 obiettivi e ai 169 target che li sostanziano, già molto complessa, rischia d’essere poco utile se è solo la fotografia dell’esistente e anche il confronto anno per anno che si possa fare non induce necessariamente una spinta dal basso a migliorare, ad evolvere. In Italia e nel resto d’Europa si è rilevato questo limite.
Abbiamo cercato dunque di dare una risposta, guardando ai risultati dei tentativi di portare l’Agenda sui territori e nel confronto con gli esperti dell’ASviS. Si è tentata una svolta concettuale, realizzando con l’Alleanza un Protocollo d’intesa impegnativo, firmato il 12 dicembre 2019, per selezionare un prima lista d’indicatori riferiti ai target – un impegno risultato non banale – e per aiutare gli amministratori e gli operatori dei comuni. Queste le finalità condivise: «definire d’intesa un set di indicatori comunali per la misurazione del BES e del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda locale 2030 per i Comuni che si rendono disponibili ad una misurazione da rendere pubblica a cadenza annuale; avviare, in collaborazione con altri soggetti, specifiche iniziative formative a beneficio della preparazione dei responsabili delle strutture amministrative interessate, volte a diffondere le informazioni sull’evoluzione della legislazione, della pianificazione e delle azioni utili al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 e di BES riferibili alla dimensione delle politiche locali; avviare sperimentazioni d’impiego dei big data urbani, rilevati, in particolare, da sistemi di mobilità e da monitoraggi ambientali, utili al raggiungimento degli obiettivi delle Agende locali 2030».
Ecco perché e come nasce il progetto «Rete dei Comuni Sostenibili» promosso da ALI con i comuni che accettano di aderire ad un’associazione di scopo costituita ad hoc – non è vincolante essere associati a ALI – e di farsi misurare alla fine di ogni anno secondo il set d’indicatori di benessere e sostenibilità. Comuni che predispongono e approvano con deliberazione della Giunta il «Piano di Azione per il Comune Sostenibile», che è l’Agenda locale 2030, e si fregiano di un brand esclusivo. Questi comuni cooperano, perché condividono su una piattaforma digitale i progetti che sono finalizzati a migliorare gli stessi indicatori e ogni azione significativa utile ad accelerare l’innovazione dal basso. L’associazione fornisce un supporto ai comuni, anche avvalendosi di partnership, li aiuta per il reperimento di risorse esterne, diffondendo informazioni, progetti compiuti e buone pratiche; fa formazione per gli amministratori e gli operatori degli enti; offre servizi.
Il progetto che decolla è stato già accreditato alla Cabina di regia di «Benessere Italia», il coordinamento istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per le politiche del BES e dell’Agenda 2030, e inserito fra quelli di «Repubblica Digitale», l’iniziativa strategica nazionale promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Mentre ALI ha stretto intese con università e scuole d’alta formazione, quale la Scuola Superiore Sant’Anna e, per fare rete, con l’Enea, con la Fondazione Ecosistemi, con la Piattaforma italiana per l’economia circolare e è già in rete tra i fondatori dell’Alleanza contro la povertà e dell’Alleanza per l’infanzia.
Si punta a riconoscere e valorizzare l’impegno dal basso di Sindaci e amministratori locali sulle politiche della sostenibilità, ad esempio, per la mobilità e per il verde urbano, per l’inclusione sociale e per la parità di genere, per la qualità di aria e dell’acqua e per l’attivazione di nuovi strumenti partecipativi, per l’economia circolare e gli acquisti verdi, per la digitalizzazione delle amministrazioni. Con l’auspicio che obiettivi più ambiziosi e nuove progettualità creino accelerazioni, intercettino anche le azioni del Next Generation EU, quelle che necessariamente dovranno posarsi sui territori, o ne prenotino altre. Pensando che questo metodo nuovo e innovativo di programmare politiche per obiettivi misurabili possa essere valorizzato e sostenuto e che i governi locali che ne sono protagonisti possano essere premiati per le loro azioni concrete, con il riconoscimento selettivo dell’impegno concreto per la sostenibilità ambientale e sociale e dal consenso dei cittadini.
*di Marco Filippeschi, direttore dell’Ufficio Studi di ALI